il blog della caseri

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martedì, febbraio 27, 2007

Salviamo i lucchetti sul ponte degli innamorati



di FEDERICO MOCCIA

BENE. Sai quando non sai veramente cosa dire? Ecco, questa è una di quelle volte. Ieri mi hanno chiamato molti amici giornalisti: «Hai saputo, Federico? Ma ti rendi conto! Ma come? E' il sogno più bello, ma come è possibile che arrivino a tanto». E io, che non sapevo che cosa stava accadendo, mi trovavo spiazzato. «Ma insomma si può sapere cosa sta succedendo?». «Ma sul serio non lo sai? Hanno deciso di tagliare i lucchetti del terzo lampione di Ponte Milvio».
Rimango così, in silenzio. Allora mi faccio mandare un comunicato via email. Aspetto seduto nel mio terrazzo mentre bevo un po' d'acqua. Poi guardo lontano. Quanto è bella Roma. Poi alzo le spalle. Chissà cosa ci sarà veramente dietro tutta questa storia. Alla fine apro il computer e finalmente lo leggo. «E' incredibilmente pervenuta adesso una richiesta da parte del Gruppo Consiliare “l'Ulivo per Veltroni” del XX Municipio con la quale si chiede di “procedere urgentemente alla rimozione dei lucchetti presenti sui lampioni di Ponte Milvio”».
Rimango senza parole. O meglio guardo allibito proprio quelle. Ma come? Ma non può essere. Ma proprio da questo sindaco che è uno scrittore, un uomo sensibile che ha affrontato nel suo romanzo, La scoperta dell'alba, il tema delle difficoltà proprio tra giovani e adulti. Ma no, non ci posso credere. E' uno scherzo. Poi continuo a leggere. Marco Daniele Clarke, assessore ai Lavori pubblici del Municipio XX, risponde così: «Quella dell'Ulivo è una iniziativa retriva e miope che offende i tanti innamorati che hanno collocato un lucchetto su Ponte Milvio».
Mi ricordo che l'anno scorso avevo chiesto a mia zia Annamaria Amenta, grande prof di italiano, latino e storia, se c'era qualche leggenda d'amore a Roma perché volevo legare la storia d'amore tra Step e Gin a qualche famoso bene culturale per esaltarlo, non certo per rovinarlo! Ma la mia amata prof mi ha detto che non c'era niente. Comunque, prima dell'uscita del libro “Ho voglia di te”, ho fatto un giro per tutti i possibili quartieri alla ricerca di qualunque posto che potesse diventare un nuovo simbolo per quei giovani che si sono così appassionati alla mia storia e soprattutto alla voglia di leggere e di sognare.
Poi sono tornato verso casa e mi sono fermato a Ponte Milvio. E improvvisamente ho sorriso. Non c'è niente da fare, cerchiamo tante cose in giro, magari lontano da noi, e spesso ce le abbiamo sotto il naso! Quale posto può essere meglio di questo? Eccolo il nuovo simbolo per quei giovani che voglio romantici sognare! Sì, questo ponte sarà il ponte degli innamorati! E così sono tornato a casa e ho scritto quella pagina dove Step e Gin si fermano a quel terzo lampione, chiudono il lucchetto e buttano la chiave nel Tevere giurandosi amore per sempre. Da quando è uscito il libro, ragazzi e ragazze vengono a quel terzo lampione e mettono un lucchetto buttando nel Tevere la chiave. E' capitato perfino a spagnoli, tedeschi, perfino dei giapponesi, ve lo giuro li ho visti io con i miei occhi.
E' bello sognare. E' bello pensare che quel gesto possa durare, che quel gesto non vada perso nel tempo, che un giorno quella semplice promessa diventi un giuramento, magari proprio da quel semplice lucchetto nascerà un solido e duraturo matrimonio. Lo so, qualcuno mi dice che sono un sognatore. Però Paulo Coelho ha detto che è proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante. So che lei signor Sindaco ci sta pensando su, che sta valutando la situazione e soprattutto il “rischio” che questi lucchetti possono comportare. Ma anche lei ha riconosciuto che sono una cosa «bella e spontanea». Io semplicemente le chiedo: mi scusi, signor Sindaco, non pensa che qualche volta qualche “rischio” lo si debba correre? Anche perché se ci levate anche i sogni, cosa ci resta?

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